L’evento ha rappresentato il primo di una serie di confronti che hanno la finalità di favorire non solo le attività di ricerca e innovazione e di  trasferimento tecnologico, soprattutto nell’ambito della transizione ecologica, ma anche strumenti come la ricerca coordinata di fondi e finanziamenti per tutte le aziende e le associazioni della filiera agro-zootecnica che aderiscono all’iniziativa.

L’evento si è aperto con i saluti da parte del Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, Coordinatore del Comitato di Indirizzo del Centro, che ha sottolineato l’importanza di questo primo momento di aggregazione per poter pensare in grande a come sfamare il mondo. Per fare grandi cose è necessario riflettere su una filiera agro-zootecnica alimentare sostenibile, per questo è importante la forte interconnessione territoriale tra enti locali, università e imprese.

Ha moderato l’evento e illustrato l’Agenda Ilaria Massari, direttore di REI-Reindustria Innovazione e in seguito la collega Lorenza Marchi, Project Developer, ha presentato lo stato dell’arte del Centro e delle numerose aziende ed associazioni che ad oggi hanno aderito.

L’agenda è poi proseguita con gli interventi di taglio più scientifico.

Il professor Lorenzo Morelli, Direttore DiSTAS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha illustrato le nuove linee guida della FAO per il calcolo dell’impatto ambientale della filiera agro-zootecnica. Questa direttiva da Gennaio 2022 non considera più il peso in volume dell’alimento ma per determinare l’impatto ambientale valuta il suo contenuto in nutrienti, come proteine, vitamine, Sali minerali e questo porta una grande rivoluzione in materia, anche se è noto come servano ancora evidenze più robuste.

A calare questo discorso nel panorama italiano è stato il professor Negrini dell’Università Cattolica che ha presentato le ricerche condotte all’A.I.A. dove è Direttore Tecnico. L’Associazione tra gli obiettivi ha quello della rilevazione dei dati con periodicità regolare partendo direttamente delle aziende zootecniche per misurare così l’impatto ambientale, come ad esempio la stima totale dell’emissione di metano.

L’altra università del territorio, il Politecnico di Milano, ha illustrato invece il progetto della Fabbrica della Bioenergia, un centro di ricerca finanziato da Fondazione Cariplo e che ha il suo focus sui bioprocessi per la valorizzazione degli scarti agroindustriali.

Un’attenzione particolare è stata rivolta al progetto NODES, un’iniziativa su ecosistemi d’innovazione finanziata dal PNRR e illustrata dal professor Hermes Giberti dell’Università di Pavia, che vede coinvolta l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il territorio di Cremona e che ha come scopo la creazione di filiere di ricerca e industriali in sette settori legati alla Manifattura avanzata, tra cui l’agroindustria primaria e secondaria. L’agroindustria primaria e il progetto bandiera “dal campo al gas” è stato illustrato dal prof. Antonio Gallo di Università Cattolica. Il progetto ha un budget di oltre 50M€ che verranno spesi attraverso i cosiddetti bandi “a cascata” a favore di nuove assunzioni e per le imprese e il territorio di Cremona non sarà escluso.

A seguire si è tenuto il talk tecnico riservato agli aderenti del Centro, dove si è svolta una discussione partecipata tra le università e diverse aziende ed associazioni del territorio, tra cui Barilla, Padania Acque, Fattorie Cremona, Confcooperative Cremona, Latteria Soresina, Corteva Agriscience, Forno Manini, Lameri e molti altri.

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